Guevara rivoluzionario e matematico

12/02/2019

60 anni fa, il 2 gennaio 1959, Ernesto Guevara e Camilo Cienfuegos entravano per la prima volta a L'Avana, mentre Fidel Castro conquistava Santiago, inducendo il dittatore cubano Fulgencio Batista a fuggire a Santo Domingo.

Durante un consiglio dei ministri della Cuba libre del 27 novembre 1959, Castro domandò se fra i presenti vi fosse un economista. Guevara, che invece capì "comunista", alzò la mano ritrovandosi per un equivoco alla guida della Banca Cubana. Ma il Che era un medico e chiese aiuto all'amico Salvador Vilaseca, professore di matematica e in seguito ambasciatore di Cuba in Italia. Per cinque anni il professore e il rivoluzionario si incontrarono due volte la settimana e Guevara studiò algebra, geometria e analisi.

La matematica imparata gli fu utile anche dopo aver lasciato Cuba nel 1965, nel corso della guerriglia in Bolivia contro il dittatore Barrientos. Come egli stesso raccontò nel Diario di Bolivia, ricorse al codice crittografico inventato da Gilbert Vernam nel 1917 per codificare i messaggi scambiati con Castro. Il testo da cifrare veniva anzitutto tradotto, secondo una tabella fissa, in una sequenza di numeri che veniva poi appaiata, cifra per cifra, alla sequenza casuale che costituiva la chiave. Il messaggio codificato consisteva della sequenza di numeri ottenuti sommando il messaggio originale e la chiave, cifra per cifra e senza riporti.

Quando il Che fu catturato l'8 ottobre 1967 (e assassinato il giorno seguente) nei pressi di Vallegrande, aveva con sé un foglio con la chiave, oggi conservato presso il museo a lui dedicato a Santa Clara di Cuba.

Fidel Castro ed Ernesto Guevara