Una dote per il merito

Year: 2007
Il filo conduttore del volume, e dei vari saggi che lo compongono, è la difesa della cultura ("l'ignoranza ha un doppio effetto negativo : deprime l'economia e comprime il tessuto etico della democrazia") e del merito, che può essere già oggetto di interesse da parte della scuola dell'obbligo: "quella del merito è una cultura trasversale che non si alimenta soltanto di correttezza e di rigore (...) ma anche di cultura politica..."

G. Tognon

Una dote per il merito


Il Mulino, Bologna, 2006


pp. 288; Euro 21,00


E' una raccolta di saggi sull'attuale situazione dell'Università italiana, curata da Giuseppe Tognon (che è stato anche Sottosegretario per l'Università e la Ricerca tra il '96 e il '98, nel primo governo Prodi).
Tra i diversi autori, quelli di formazione scientifica - più vicini agli interessi di questo sito - sono G. F. Bignami (docente di Astronomia a Pisa) , G. Parisi (docente di Fisica teorica a Roma) e R. Zich (docente di Teoria e applicazioni elettromagnetiche presso il Politecnico di Torino).


Il filo conduttore del volume, e dei vari saggi che lo compongono, è la difesa della cultura ("l'ignoranza ha un doppio effetto negativo : deprime l'economia e comprime il tessuto etico della democrazia") e del merito, che può essere già oggetto di interesse da parte della scuola dell'obbligo: "quella del merito è una cultura trasversale che non si alimenta soltanto di correttezza e di rigore (...) ma anche di cultura politica, perchè ha bisogno di due elementi decisivi: di un contesto istituzionale che garantisca e promuova il merito e di leadership credibili che guidino la società verso la creazione di quel contesto."


Lasciamo al lettore, naturalmente,  la scoperta e la riflessione sulle varie analisi e proposte che si possono leggere nel volume. Diciamo solo che l'analisi, nei confronti della situazione universitaria italiana, è dura.
Spesso impietosa : "l'Università, in definitiva, si comporta esattamente secondo gli schemi e le procedure con cui funziona larga parte dell'economia e della società italiana" e il modello sociale europeo, nella sua variante mediterranea, "non è stato in grado di generare nè efficienza, nè equità"!