La matematica. I luoghi e i tempi

Year: 2008
Caratterizzato dal simbolo π è il primo dei quattro volumi che Claudio Bartocci e Piergiorgio Odifreddi (docenti, rispettivamente, nelle Università di Genova e Torino) intendono dedicare alla Matematica. “ Né testo di divulgazione né enciclopedia – scrivono i due curatori nella premessa – ma qualcosa sia dell'uno che dell'altra”...

La matematica. I luoghi e i tempi

(C. Bartocci – P. Odifreddi eds.)

Einaudi, Torino, 2007

pp.762; euro 95

 

Caratterizzato dal simbolo π è il primo dei quattro volumi che Claudio Bartocci e Piergiorgio Odifreddi (docenti, rispettivamente, nelle Università di Genova e Torino) intendono dedicare alla Matematica. “ Né testo di divulgazione né enciclopedia – scrivono i due curatori nella premessa – ma qualcosa sia dell'uno che dell'altra”.

Il primo volume è quello più propriamente storico. Studia i luoghi di diffusione del sapere matematico e i tempi di quella costruzione che sempre i curatori chiamano “ elaborata polifonia ”. Intendono così sottolineare che “il sapere matematico, piuttosto che essere il risultato di un processo evolutivo lineare avviatosi nella Grecia classica, sembra più appropriatamente descritto come il fragile esito di stratificazioni concettuali complesse, di tradizioni di pensiero radicate nel tessuto storico e sociale, di contaminazioni che scaturiscono da scambi e incroci culturali, come il frutto incerto delle trasformazioni di idee pensate più volte nella storia dell'umanità, in luoghi e tempi diversi, che nascono e tramontano nell'alterna vicenda di memoria e oblio ”.

Il secondo volume sarà invece più “matematico” e fisserà in una mappa i grandi problemi e le congetture che hanno rappresentato la forza motrice dell'evoluzione della Matematica. Anche la pubblicazione del terzo e del quarto volume è prevista in tempi ragionevolmente brevi. Questi ultimi due volumi si occuperanno delle applicazioni o, meglio, dell'incontro-scontro e della collaborazione-confronto della Matematica con le altre espressioni del pensiero umano (scientifiche e non).

Il primo volume, quello già pubblicato, ha dunque un taglio storico. Già il suo indice è particolarmente suggestivo, vuoi per i nomi degli autori dei singoli saggi, vuoi per gli argomenti trattati. Non possiamo citarli tutti – il libro si apre con l'introduzione di Michael Atiyah, seguita da ben 26 capitoli! – ma vorremmo almeno segnalare che si parte con i saggi di J. Hoyrup e S. Cuomo dedicati, rispettivamente, a “Le origini” e “L'età classica ed ellenistica” per terminare con quelli di M. Miranda (“La Scuola Normale di Pisa, 1955-1976: una testimonianza”) e di N. Hitchim (“La Geometria ad Oxford, 1960-90”). La vastità degli orizzonti coperti è anche geografica. Si parla naturalmente della Matematica tedesca, di quella francese, di quella inglese e di quella italiana (con i saggi in particolare di P. Napolitani su “Il Rinascimento italiano” e di U. Bottazzini su “L'Italia dall'Unità alla Prima Guerra Mondiale”, oltre a quello già citato di M. Miranda). Ma si parla anche, nell'antichità, di Matematica greca, alessandrina, cinese, indiana, americana (precolombiana), araba. Il viaggio per il mondo continua con i tempi moderni. Si parla di Matematica negli U.S.A. e nell'U.R.S.S. ma anche della Matematica giapponese, e qui il saggio di T. Ogawa e K. Ueno su “Il Giappone nel periodo Edo” viene seguito da quello dello stesso K. Ueno su “Il Giappone moderno”.

Un libro bello, da leggere e da conservare. La sua premessa si chiude confessandone l'ambizione: spiegare che la Matematica “vuol essere un'opera non di formule ma di idee”.