From Classical Political Economy to Behavioral Economics

Year: 2013
Questo libro ricostruisce alcuni filoni di analisi nella storia del pensiero economico, dalla teoria del valore cosiddetta “classica”, elaborata da Smith e Ricardo tra fine Settecento e inizio Ottocento, fino alla teoria della scelta cosiddetta “comportamentale”, proposta da Kahneman e Tversky alla fine del Novecento.

I. Moscati

From Classical Political Economy to Behavioral Economics

Egea, Milano, 2012

pp. 278; euro 28,00

 

Questo libro ricostruisce alcuni filoni di analisi nella storia del pensiero economico, dalla teoria del valore cosiddetta “classica”, elaborata da Smith e Ricardo tra fine Settecento e inizio Ottocento, fino alla teoria della scelta cosiddetta “comportamentale”, proposta da Kahneman e Tversky alla fine del Novecento. Il libro nasce dagli appunti per il corso in History of economic thought che Moscati tiene presso l’Università Bocconi dal 2007 ed è adatto anche ad un pubblico di non economisti.

Più in dettaglio, la prima parte del volume esamina il passaggio dalla teoria classica del valore, che riconduce il valore economico dei beni alla quantità di lavoro necessaria per produrli, alla teoria marginalista del valore, che fu definita nei lavori di Menger, Jevons e Walras attorno al 1870 e fa dipendere il valore dei beni all’utilità marginale che essi hanno per gli individui. La seconda parte del libro illustra il consolidamento della teoria marginalista avvenuto nell’ultima parte dell’Ottocento ad opera, tra gli altri, di Wicksteed e Marshall, e ricostruisce gli sviluppi della teoria dell’utilità e della domanda tra il 1900 e il 1940, da Pareto a Hicks.

Se proiettiamo le categorie attuali di “microeconomia” e “macroeconomia” sul passato, le prime due parti del libro possono essere viste come una ricostruzione della storia della microeconomia. La terza parte riguarda invece la storia della macroeconomia. In essa vengono presentate le teorie monetarie e del ciclo economico proposte tra la metà Settecento e l’inizio del Novecento, tra gli altri, da Hume, Wicksell e Hayek. Viene poi discusso il pensiero economico di Keynes, e la sua sintesi e semplificazione ad opera di Hicks, Modigliani e Samuelson tra la fine degli anni Trenta e gli anni Sessanta. Infine vengono illustrate le teorie macroeconomiche elaborate da Friedman e Lucas negli anni Sessanta e Settanta in chiave anti-keynesiana.

La quarta e ultima parte del libro è dedicata alla storia della microeconomia successiva al 1940. In essa vengono ricostruite la nascita della teoria dei giochi ad opera di Morgenstern, von Neumann e Nash, tra la metà degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta; l’assiomatizzazione della teoria dell’utilità negli anni Cinquanta, alla quale Debreu ha dato un contributi importante; lo sviluppo della teoria “ortodossa” della scelta in condizioni di incertezza, culminata a metà degli anni Cinquanta nel lavoro di Savage, e le violazioni sperimentali della teoria ortodossa, messe in evidenza da Allais e Ellsberg. L’ultimo capitolo del libro presenta la teoria comportamentale della scelta in condizione di incertezza proposta da Kahneman e Tversky nel 1979 e, più in generale, delinea alcune caratteristiche e risultati fondamentali dell’approccio comportamentale all’analisi economica.

Come si evince anche da questo breve sommario, il libro di Moscati si concentra sulla storia del pensiero economico del Novecento. Questo approccio non è usuale, dato che la maggior parte delle storie del pensiero economico disponibili terminano con Keynes e gli anni Trenta. Un’altra caratteristica del lavoro è l’uso esteso di citazioni dai testi originali. Queste citazioni riescono a far apprezzare al lettore in modo diretto lo stile di pensiero degli economisti presi in considerazione nel libro.