Bravi in matematica

Year: 2008
Le pagine che seguono si rivolgono a chiunque abbia avuto difficoltà in matematica o sia stato vicino a persone in sofferenza per le materia: persone, magari colte, che non l'hanno mai digerita, tale dalla scuola in poi; quelli che dicono "io non ne ho mai capito niente"; genitori alle prese con figli con debiti scolastici in matematica; insegnanti di scuola media, inferiore o superiore, che si sentono impotenti di fronte all'analfabetismo e alla riluttanza matematici dei loro studenti; signori qualunque cui piacerebbe rinverdire qualche antica conoscenza; giovani, che magari voglio­no capire se possono affrontare una facoltà scientifica o se, per una volta, qualcuno dirà loro: "Bravo in matematica!"

Walter Maraschini

Bravi in matematica

Bruno Mondadori, Milano, 2008

pp. 180; euro 12,50

 

L'autore, Walter Maraschini, è una metà del binomio "Maraschini - Palma" ben noto a molti insegnanti, studenti ed ex-studenti per i loro importanti e fortunati libri di testo. Per presentare Bravi in matematica, riportiamo le pagine iniziali dell'introduzione.

"Le pagine che seguono si rivolgono a chiunque abbia avuto difficoltà in matematica o sia stato vicino a persone in sofferenza per le materia: persone, magari colte, che non l'hanno mai digerita, tale dalla scuola in poi; quelli che dicono "io non ne ho mai capito niente"; genitori alle prese con figli con debiti scolastici in matematica; insegnanti di scuola media, inferiore o superiore, che si sentono impotenti di fronte all'analfabetismo e alla riluttanza matematici dei loro studenti; signori qualunque cui piacerebbe rinverdire qualche antica conoscenza; giovani, che magari voglio­no capire se possono affrontare una facoltà scientifica o se, per una volta, qualcuno dirà loro: "Bravo in matematica!"

 Il libro si rivolge a ciascuno dei sopra citati. Ma non intende, né può, risolvere i problemi di nessuno.

 Potrei facilmente stilare un elenco di consigli per cercare di diventare bravi, o almeno più bravi, in matematica:

 avere pazienza;

 avere penna e carta, fare esercizi, provare da soli;

 leggere bene, tra le righe, qualunque cosa sia scritta o detta, da chiunque sia espressa;

 non fidarsi mai delle conclusioni più immediate, più banali, più semplici;

 non seguire acriticamente le opinioni correnti e osare pensieri con accostamenti arditi;

 integrare calcolo, ragionamento, immagini, modalità di pensiero diverse;

Ma, me ne rendo conto, questo sarebbe un catalogo etico più che disciplinare, e in fondo inutile. La matematica tuttavia, esercitandola ed esercitandosi, educa a tutto ciò.

Queste pagine intendono soltanto aprire una porta d'ingresso: da una parte - in una sorta di sala d'aspetto in cui si condensano ansie, rimorsi, ricordi, paure e aspettative - vogliono invitare a riflettere sulla personale esperienza passata relativa alla matematica, una dimensione del sapere ridotta per i più al calcolo di un'espressione o al voto sulla pagella; dall'altra parte intendono stimolare curiosità e interessi, almeno accendere qualche scintilla o insinuare il dubbio, per chi si considera matematicamente morto o incapace a resuscitare altri a lui vicini, che un'altra stagione è possibile, che un'altra dimensione è raggiungibile, che qualcosa se ne può capire, e soprattutto che non è dignitoso dirsi e proclamarsi del tutto incapaci e ignoranti nel merito.

Dunque, Bravi in matematica avrà raggiunto il suo obiettivo se, semplicemente, avrà chiarito quanto sia naturale provare difficoltà in tale materia, quali che ne siano le ragioni, se avrà fatto vergognare un po' chi si gloria o non si cura di tale ignoranza, se avrà sollecitato in qualcuno curiosità maggiori, voglia di approfondimento. Tutto qui, e non è poco.

Seconda una consolidata tradizione dialettica, questo libretto si sarebbe dovuto dividere in tre parti:

- la prima, La mano sporca, è una sorta di riflessione, su basi autobiografiche, relativa alle sensazioni e alle emozioni, così forti, di odio o amore, interesse o frustrazione, che ha suscitato e suscita in molti, anche nelle persone più colte, la matematica, comunque vissuta nell'esperienza scolastica;

- la seconda, La mente pulita, presenta in tono divulgativo alcuni - pochissimi tra i tanti! - temi matematici, scelti secondo criteri volutamente estremi: o molto vicini alla matematica scolastica e di tutti i giorni, affinché se ne comprendano meglio il senso, il linguaggio e gli strumenti, oppure molto lontani dalla quotidianità, affinché se ne apprezzi il metodo d'indagine applicato a questioni più generali: l'infinito, le diverse geometrie, i limiti della conoscenza.

- la terza parte, La sintesi, non c'è. È affidata al lettore, cui spetta, se non scriverla, praticarla. Il quale, chiunque esso sia, non dovrebbe essere tratto in inganno dai titoli delle due parti qui scritte: non credo affatto che la mano - cioè il corpo, l'esperienza, le percezioni, la materia ecc. - sia il male mentre la mente - cioè il pensiero, la cultura, l'astrazione, la riflessione ecc. - sia il bene.

Dalla mano nascono i numeri finché éssi s'installano nella mente, e questo va sempre rimembrato - cosa che riguarda le membra - mai può essere dimenticato - cosa che riguarda la mente - né soprattutto scordato - cosa che riguarda il cuore, le emozioni, le reazioni primarie e più veloci al nostro essere nel mondo.

Tutto questo è un bel miscuglio e in mezzo ci sono un linguaggio, una via di conoscenza, di espressione e traduzione, con loro proprie regole, ineliminabili. Buona lettura.