La scomparsa di Renato Dulbecco

Renato Dulbecco, nato a Catanzaro nel 1914, è morto ieri all’età di 98 anni presso al sua residenza californiana di La Jolla.

Appassionato di Fisica, Chimica e Matematica, dopo gli studi in Medicina fu uno dei pionieri della ricerca oncologica. Proprio una ricerca condotta sulle cellule tumorali animali gli valse nel 1975 il Premio Nobel per la Medicina. Dopo aver vissuto negli Stati Uniti e Inghilterra nei primi anni Novanta ritornò in Italia. Divenne noto al grande pubblico dei non addetti ai lavori quando nel 1999 accettò di partecipare alla conduzione del Festival di Sanremo.

Dulbecco alla premiazione dei Nobel (1975)

 

Di Renato Dulbecco riportiamo qui il breve paragrafo dedicatogli da A. Guerraggio e P. Nastasi nel libro “l’Italia degli scienziati” (Bruno Mndadori, Milano, 2010):

“Nato a Catanzaro nel 1914, Renato Dulbecco trascorre gli anni giovanili fra Piemonte e Liguria, nelle città in cui viene trasferito il padre che lavorava per il Genio civile. A soli sedici anni si iscrive alla facoltà di Medicina a Torino e qui incrocia sia Rita Levi Montalcini sia Salvatore Luria (suoi futuri colleghi anche nel Nobel). La laurea è del ’36, subito seguita dal servizio militare e dalla guerra che lo vede impegnato prima sul fronte francese e successivamente su quello russo, sul Don, da cui farà ritorno dopo alcuni mesi di ospedale militare. Crollato il fascismo, Dulbecco entra nella Resistenza, aderisce al Partito d’azione e fa parte del CLN. Diviene anche membro della giunta popolare di Torino dove fra gli altri trova Ada Gobetti, moglie di Piero, morto esule a Parigi in conseguenza delle violenze fasciste.

Dulbecco riprende gli studi nel ’45 con l’iscrizione alla facoltà di Fisica. Chiamato da Luria, due anni dopo lascia l’Italia per gli Stati Uniti e comincia a indagare le trasformazioni indotte dalle radiazioni nel DNA dai batteriofagi. Nel ’49, al California Institute of Technology si applica all’analisi dei virus patogeni degli animali. Nel ’55 riesce a isolare il primo mutante del virus della poliomielite, scoperta che servirà ad Albert Sabin per la preparazione del vaccino. Inizia anche a interessarsi di ricerca oncologica, studiando virus animali che provocano forme di alterazione nelle cellule. La scoperta più importante è la dimostrazione che il DNA del virus viene incorporato nel materiale genetico cellulare, facendo sì che la cellula subisca un’alterazione permanente e perciò ereditaria.

Nel 1972 Dulbecco lascia gli Stati Uniti e si trasferisce in Inghilterra, presso il laboratorio dell’Imperial Cancer Research Fund di Londra dove prosegue gli studi di oncologia. Nel 1975, grazie alla scoperta in materia di interazione fra virus tumorali e materiale genetico della cellula, viene insignito del premio Nobel per la medicina (insieme a Baltimore e Temin). Il prestigioso conferimento non significa comunque la fine della sua attività di ricerca. Dulbecco diviene uno dei promotori del “Progetto genoma” che parte in Italia con la collaborazione del CNR e l’obiettivo di una conoscenza completa dei nostri geni e dei geni di qualunque specie. Il problema principale era quello di riuscire a leggere il messaggio contenut nella molecola di DNA. La prima bozza del genoma si avrà nel 2000, mentre quella completa sarà raggiunta nel 2003.

Nel frattempo, nel 1993, Dulbecco rientra in Italia e da allora lavora presso l’Istituto di tecnologie biomediche del CNR di Milano, oltre a guidare la Commissione oncologica nazionale. Quasi centenario, Renato Dulbecco si spende ancora con generosità per promuovere lo sviluppo della ricerca in Italia, diffondere nel paese la cultura scientifica e tecnica, favorire il rientro di studiosi emigrati all’estero.”